Fatima e dintorni

  1. Storia delle apparizioni

Il 13 maggio 1917 tre bambini pascolavano un piccolo gregge nella Cova da Iria, frazione di Fatima, comune di Villa Nova de Ourém, oggi Diocesi di Leina – Fatima. Si chiamavano Lucia de Jesus, di 10 anni ed i suoi cugini, Francesco e Giacinta Marto, di 9 e 7 anni. Verso mezzogiorno, dopo aver recitato il rosario, come facevano abitualmente, si intrattenevano a costruire una piccola casa, con pietre raccolte sul luogo, dove oggi sorge la Basilica. All’ improvviso videro una grande luce e, pensando che si trattasse di un lampo, decisero di andarsene; sopraggiunse, però, un altro lampo, il quale illuminò lo spazio nel quale si trovavano; videro, quindi, sopra un piccolo elce (dove ora si trova la Cappellina delle Apparizioni), una “Signora più splendente del sole”, dalle cui mani pendeva un bianco rosario.

La Signora disse ai tre Pastorelli che era necessario pregare molto e li invitò a tornare alla Cova da Iria per cinque mesi di seguito, nel giorno 13 e a quella stessa ora. I bambini così fecero e, nei giorni 13 giugno, luglio, settembre e ottobre, la Signora tornò ad apparire e a parlare loro, nella Cova da Iria. L’apparizione del mese di agosto (19) ebbe luogo nella località “dos Valinhos”, a circa 500 metri da Aljustrel, in quanto il giorno 13 i bambini furono portati dal sindaco, a Villa Nova de Ourém. Nell’ ultima apparizione, il 13 ottobre, alla presenza di circa 70.000 persone, la Signora disse che era “La Madonna del Rosario” e chiese che venisse costruita, in quel luogo, una Cappella in suo onore. Dopo l’apparizione, tutti i presenti furono testimoni del miracolo promesso ai tre bambini nei mesi di luglio e di settembre: il sole, simile ad un disco d’argento, poteva essere fissato senza difficoltà, girava su se stesso, come una ruota di fuoco, e sembrava che volesse precipitare sulla terra. Più tardi, quando Lucia era già Religiosa di S. Dorotea, la Madonna le apparve nuovamente, in Spagna (il 10 dicembre del 1925 e il 15 febbraio del 1926, nel Convento di Pontevedra e ancora nella notte dal 13 al 14 guigno del 1929, nel Convento di Tuy), chiedendo la devozione dei primi cinque sabati (pregare il rosario, meditarne i misteri, confessarsi e ricevere la S. Comunione, in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria) e la consacrazione della Russia allo stesso Cuore Immacolato. Tale richiesta era stata già annunciata il 13 luglio del 1917, inclusa nel cosiddetto “Segreto di Fatima”. 
Alcuni anni più tardi, Lucia rivelò ancora che tra l’aprile e l’ottobre del 1916, ai tre Veggenti era apparso un Angelo per tre volte: due volte alla “Loca do Cabeço” e una volta al pozzo dell’orto della casa paterna. In queste Apparizioni, l’Angelo li aveva invitati alla preghiera e alla penitenza. Dal 1917, giungono a Fatima migliaia e migliaia di pellegrini di tutto il mondo..

  1. Messa votiva della Beata Vergine Maria

(Dal Missal de Fatima, Italiano  – Santuario de Fatima, Portugal) 

Antifona  d’ingresso (Eb 4,16)

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.

Colletta

Signore nostro Dio, che ci hai dato la madre del tuo Figlio quale nostra madre, concedici, te lo chiediamo, che seguendo i suoi insegnamenti, e ripieni dello spirito di vera penitenza e preghiera, contribuiamo generosamente affinché il mondo si rinnovi e si espanda il regno di Cristo, che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

Prima lettura (Ap 21,1-5)

Vidi la nuova Gerusalemme, pronta come una sposa adorna per il suo sposo

Io Giovanni, vidi un nuovo cielo e una nuova terra,

perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi

e il mare non c’era più.

Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme,

scendere dal cielo, da Dio,

pronta come una sposa adorna per il suo sposo.

Udii allora una voce potente che usciva dal trono:

“Ecco la dimora di Dio con gli uomini!

Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo

Ed egli sarà il “Dio-con-loro”.

E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;

non ci sarà più la morte,

né lutto, né lamento, né affanno.

Perché le cose di prima sono passate”

E Colui che sedeva sul trono disse:

“Ecco, io faccio nuove tutte le cose”.

Parola di Dio.

Salmo responsoriale  (Gdt 13,18-19)

  1. Tu sei l’onore del nostro popolo.

Benedetta sei tu, figlia

Davanti al Dio altissimo

Più di tutte le donne,

e benedetto il Signore Dio,

che ha creato il cielo e la terra.   R.

Il coraggio che ti ha sostenuta

Non cadrà dal cuore degli uomini:

essi ricorderanno per sempre

la potenza del Signore.   R.

Canto al Vangelo

  1. Alleluia, alleluia.
  2. Beata sei tu, o Vergine Maria , e degna di ogni lode:

da te è nato il Sole di giustizia, Cristo nostro Dio.

  1. Alleluia, alleluia.

Vangelo  (Gv 19,25-27)

Ecco il tuo Figlio! Ecco la tua madre!

In quell’ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre,

la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala.

Gesù allora, vedendo la madre

e lì accanto a lei il discepolo che egli amava,

disse alla madre:

“Donna, ecco il tuo figlio!”.

Poi disse al discepolo:

“Ecco la tua madre!”.

E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Parola del Signore.

Preghiera universale

In questo luogo santo dove la santissima Vergine apparve, preghiamo, fratelli, Dio, nostro Padre,  che ci ha dato per madre la genitrice del suo Figlio.

  1. Per tutti i credenti, affinché, seguendo gli insegnamenti di Maria con spirito di vera penitenza e preghiera, collaborino generosamente per il rinnovamento del mondo e l’espansione del Regno di Cristo, preghiamo.

  1. Per quanti esercitano un ministero nella Chiesa, affinché, in comunione di fede con Maria, ascoltino, amino e annuncino la Parola di Dio con fedeltà e zelo, preghiamo.

  1. Per i governanti, affinché promuovano nel mondo la giustizia e la pace e collaborino per una giusta distribuzione dei beni sulla terra, preghiamo.

  1. Per tutti coloro che soffrono, affinché, in comunione con Maria, consolatrice degli afflitti, incontrino nell’amicizia e nella contemplazione della croce,la forza per camminare all’incontro della Vita, preghiamo.

  1. Per quest’assemblea e per le nostre famiglie, affinché, per intercessione di Maria, coloro che cercano Cristo l’incontrino, i peccatori si convertano e i giovani si entusiasmino per il Vangelo, preghiamo.

Dio di bontà infinita, che ascolti le suppliche del tuo popolo, per intercessione di Maria, Madre del tuo Figlio e della Chiesa, ascolta la nostra preghiera e rafforza la nostra fede. Per Cristo nostro Signore.

Sulle offerte

Celebrando la festa della Beata Vergine Maria, noi ti offriamo Signore, questo sacrificio di riconciliazione e di lode; umilmente ti preghiamo di perdonare, nella tua misericordia, i nostri peccati e di orientare a te i nostri cuori. Per Cristo nostro signore.

Prefazio della Madonna: Maria modello e Madre della Chiesa

Antifona alla Comunione (Gdt 13,24-25)

Benedetto il Signore

che ha esaltato il tuo nome,

la tua lode non verrà mai meno sulle labbra degli uomini.

Oppure (Gv 19,25-27)

Gesù allora, vedendo la madre

E lì accanto il discepolo che  amava, disse alla madre:

“Donna ecco il tuo figlio!”

Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre !”.

Dopo la Comunione

Concedi, o Signore: il sacramento che abbiamo ricevuto, guidi noi, che veneriamo la Vergine Maria, quale madre del tuo Figlio e della Chiesa, alla vita eterna. Per Cristo, nostro Signore.

  1. Novena alla Madonna di Fatima

A te, Vergine santissima, che nelle campagne di Fatima ti sei degnata di rivelare a tre innocenti pastorelli i tesori di grazia nascosti nella preghiera del rosario, noi ci rivolgiamo con fiducia: infondi nei nostri cuori un grande amore a questa santa devozione, affinché meditando i misteri della nostra Redenzione in essa commemorati ne raccogliamo i frutti e otteniamo ciò che in questa novena ti chiediamo a maggior gloria di Dio, onor tuo e vantaggio delle anime nostre.

Ave Maria…

Invocazione:

Nostra Signora del santo Rosario di Fatima, prega per noi!

Canto:

A te, dolce madre, – Signora di Fatima,

le gioie e i dolori,  – la vita offriamo!

Prega, prega,   –  prega per noi;

siam figli tuoi: –  prega per noi!

  1. Vergine santissima, ricolma del più puro gaudio per la presenza del Verbo divino incarnato nel tuo seno purissimo e nutrito col tuo latte verginale, fa hc, imitando in terra la purezza risplendente nel mistero della tua annunciazione, la carità della tua visita a S. Elisabetta, l’amore tenerissimo a Gesù nato nel presepio, l’umiltà e l’ubbidienza con cui ti presentasti nel tempio a Gerusalemme a compiere tutte le prescrizioni della legge, la premura nel ricercare il tuo Figlio smarrito, possiamo anche noi, in premio della nostra sollecitudine costante nel cercare Gesù durante la vita, trovarlo finalmente nel tempio santo della gloria per non separarci mai più da Lui.

Ave Maria, invocazione e canto.

  1. Vergine dolorosissima, viva immagine del dolore ai piedi della croce del tuo divin Figlio, il quale, dopo aver pregato e sudato sangue nell’orto degli ulivi, dopo essere stato crudelmente flagellato e coronato di spine, salì con te al Calvario per morirvi crocifisso dinanzi ai tuoi occhi, insegnaci il segreto della tua pazienza che ti associò alla passione di Gesù e ti fece corredentrice del genere umano affinché impariamo da te la via del calvario e la rassegnazione cristiana nelle sofferenze della vita, nell’amore alla croce del tuo Figliolo.

Ave Maria, invocazione e canto.

  1. O Maria, vergine gloriosissima, che più di tutti hai partecipato ai trionfi della Risurrezione e Ascensione gloriosa di Gesù e sei stata ripiena dello Spirito Santo sceso visibilmente sopra di te nel cenacolo, tu che dopo una vita perfettissima e santissima, fosti assunta in cielo in anima e corpo e meritasti di essere coronata col diadema di eccelsa Regina della gloria, fa che accompagnandoti nei misteri della tua vita gloriosa e trionfante, possiamo un giorno essere uniti alle schiere dei beati tuoi servi e devoti per renderti, insieme con essi, l’omaggio dei nostri cuori. Amen.

Salve Regina

Nostra Signora del santo Rosario di Fatima, prega per noi.

Canto del Magnificat o di un altro canto mariano

Cel.: Prega per noi, Regina del santo Rosario

Ass.: Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo

Cel.: Preghiamo – O Dio, il cui Unigenito Figlio con la sua vita, morte e risurrezione ci ha meritato il premio dell’eterna salvezza, concedici che, meditando i misteri del santo Rosario della Beata Vergine Maria, imitiamo gli esempi che contengono e conseguiamo i beni che promettono. Per Cristo nostro Signore.

  1. Canti  in onore della  Madonna di Fatima

IL TREDICI MAGGIO

Il tredici Maggio – apparve Maria

a tre pastorelli    – in cova d’Iria!

Ave, Ave, Ave Maria !

Splendente di luce – un sole apparia:

il volto suo bello   –  veniva Maria.

Ave, Ave, Ave Maria!

Ed ei spaventati – di tanto splendore

si dettero in fuga – con grande timore!

Ave, Ave, Ave Maria!

Ma dolce la Madre – allora l’invita

con questa parola – al cuor sì gradita!

Ave, Ave, Ave Maria!

“Miei Cari fanciulli – niun fugga mai più!

Io sono la Mamma – del dolce Gesù”.

Ave, Ave, Ave Maria!

“Dal ciel son discesa – a chieder preghiera

pei gran peccatori – con fede sincera!”.

Ave, Ave, Ave Maria!

In mano un Rosario – portava Maria

che addita ai fedeli del cielo la via!

Ave, Ave, Ave Maria!

D’allora pel mondo – la nuova si spande

raccontando a tutti – prodigio sì grande!

Ave, Ave, Ave Maria!

Madonna di Fatima – la stella sei tu

che al cielo ci guidi – ci guidi a Gesù!

Ave, Ave, Ave Maria!

*A te, dolce Madre – Signora di Fatima

le gioie e i dolori, – la vita offriamo.

Prega, prega – prega per noi:

Siam figli tuoi, prega per noi.

*La strofe è stata aggiunta

in questo santuario

DOLCE MARIA**

Come a maggio per tutto il creato

ti fan festa le rose e i gigli

così, o Madre, a te vengono i figli

Per lodarti e pregarti di cuor.

Il tuo sguardo che allieta e conforta

col sorriso che il labbro ti infiora,

ci fa luce qual vivida aurora

e ci guida per ogni sentier

E tu, dolce Maria,

di Fatima regina

i tuoi begli occhi inchina

sul popolo fedel (2 volte)

Tu che un giorno là in Cova d’Iria

ti mostrasti ai tre pii pastorelli,

rendi i cuori più puri, più belli:

facci degni del tuo Gesù.

Questo tempio che s’alza fra noi

canta al cielo il materno tuo amore.

Tutti i figli deh stringi al tuo cuore,

tutti accogli con grande pietà.

E tu, dolce Maria,

di Fatima regina

i tuoi begli occhi inchina

sul popolo fedel (2 volte)

Se il dolore e il peccato nel mondo

fanno oscuro e assai triste il cammino

allor vieni col Figlio divino

a ridarci speranza e vigor.

Quando a te, col rosario Maria

offriremo le mistiche rose,

su di noi le tue mani pietose

spargan lumi di pace e di amor.

E tu, dolce Maria,

di Fatima regina

i tuoi begli occhi inchina

sul popolo fedel (2 volte)

** Il canto è proprio di questo santuario.

Il testo ha come autore Don Fernando Di Stasio; la musica è del M° Alterisio Paoletti.

Chi è interessato alla musica di questo canto può farne richiesta.

  1. Preghiere

PREGHIERE DELL’ANGELO

«Mio Dio, io credo, adoro, spero e Ti amo. Ti chiedo perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano».

«Santissima Trinità, Padre e Figlio e Spirito Santo, io Ti adoro profondamente e Ti offro il Preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di nostro Signore Gesù Cristo, presente in tutti i Tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi ed indifferenze con cui Egli stesso è offeso. E per i meriti infiniti del Suo Cuore Santissimo e del Cuore Immacolato di Maria, Ti domando la conversione dei poveri peccatori».

PREGHIERE RICHIESTE DALLA MADONNA

Suor Lucia nella 4.ª Memoria scrive come la Madonna il 13 luglio del 1917 abbia raccomandato quanto segue:

«Sacrificatevi per i peccatori e dite molte volte, specialmente ogni volta che fate qualche sacrificio: o Gesù, è per Vostro amore, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria!» («Memorie di Suor Lucia», 3.ª Ed., pag. 164).

Nella stessa apparizione la Madonna disse:

«Quando recitate la corona del rosario, dite dopo ogni decina: Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Tua misericordia» (ID., pag. 168).

  1. I Beati Francesco e Giacinta Marto

(a cura di Giovanni Orsogna)

 

I Beati Francesco e Giacinta Marto, veggenti di Fatima, ci invitano ad essere vigilanti nella fede e nel cammino mariano. Offriamo ai lettori il testo ufficiale della S. Messa e della Liturgia delle Ore in loro onore. La memoria liturgica ricorre il 20 febbraio. Ringraziamo le Suore di Schoenstatt del Centro Pastorale S. Francesco e in modo particolare Suor Ines Rubin per la traduzione dal portoghese dei testi della Messa e della Liturgia delle Ore.

Al fine di contribuire alla conoscenza della storia dei Beati bambini, si propone una rassegna antologica di alcuni scritti.

Santa Messa

20 febbraio

  1. Francesco e Giacinta Marto

Ingresso  (Mt 18,3)

Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.

Colletta       

Dio d’infinita bontà, che ami la innocenza e esalti  gli umili, concedi che, ad imitazione dei beati Francesco e Giacinta, Ti serviamo con purezza di cuore, per entrare nel regno dei Cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio  e vive  e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

Letture

Si prendono dal lezionario feriale del giorno. Dove vi sono  motivi pastorali che consigliano l’uso di letture proprie, possono essere utilizzate le seguenti  o altre prese dal comune dei santi..

I Lettura (Sam 3, 1-10)

Salmo Responsoriale

Il Signore ha innalzato gli umili.

L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. R.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente

e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia

si stende su quelli che lo temono. R.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili. R

Canto al Vangelo  (Salmo 118,130) 

Alleluia, alleluia.

La tua parola nel rivelarsi illumina,

dona saggezza ai semplici.  (Salmo 118, 130)

Vangelo:

Chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli  (Mt 18, 4)

Dal vangelo secondo  Matteo (Mt. 18, 1-5. 10)

Sulle offerte

Umilmente ti chiediamo, Signore, di  accettare l’omaggio  delle nostre offerte e preghiere, per ottenere il perdono delle nostre colpe e la conversione dei peccatori. Per Cristo Nostro Signore.

Prefazio: Comune dei Santi.

Antifona alla Comunione

Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai rivelato ai piccoli i misteri del regno (Mt 11,25).

Dopo la comunione

La comunione al tuo sacramento, Signore, ci infiammi di quel fuoco di carità che ispirò i beati Francesco e Giacinta a offrirsi a te e ad appassionarsi per la salvezza di tutti gli uomini. Per Cristo, nostro Signore.

Liturgia delle ore

Ufficio delle letture

Francesco Marto nacque in Aljustrel, Fatima nel giorno 11 di giugno 1908 e sua sorella Giacinta Marto nacque nella stessa località il giorno 11 marzo 1910. Nella sua umile famiglia impararono a conoscere e lodare a Dio e la Vergine Maria. Nel 1916 hanno apparve ad essi  tre volte un Angelo e nel 1917 sei volte la Madonna che li esortò a pregare e a fare penitenza per la remissioni dei peccati, per ottenere la conversione dei peccatori e la pace  del mondo. Ambedue volevano rispondere subito con tutte le loro forze a queste esortazione.

Infiammati sempre di più di amore a Dio e ai fratelli, avevano una sola aspirazione: pregare e soffrire secondo le richieste dell’angelo e della Madonna. Francesco morì nel giorno 4 aprile del 1919 e Giacinta nel giorno 20 febbraio 1920. Il Papa Giovanni Paolo II fu a Fatima nel giorno 13 maggio 2000 per dichiarare beati  i due primi fanciulli non martiri.

Seconda lettura

Dalla omelia di Giovanni Paolo II, papa.

(Omelia della Messa della Beatificazione di Francesco e Giacinta Marto nel giorno  

13 maggio 2000, a Fatima)                                                                          

I Piccoli privilegiati dal Padre

“Ti benedico, o Padre, (…) perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25).

Con queste parole, cari fratelli e sorelle, Gesù loda il Padre celeste per i suoi disegni; Egli sa che nessuno può venire a Lui se non lo attira il Padre (cfr Gv 6,44), perciò loda questo suo disegno e vi aderisce filialmente: “Sì, o Padre, perché cosi è piaciuto a Te” (Mt 11,26). Ti è piaciuto di aprire il Regno ai piccoli.

Secondo il disegno divino, è venuta dal Cielo su questa terra, alla ricerca dei piccoli privilegiati dal Padre, “una Donna vestita di sole” (Ap. 12,1). Essa parla loro con voce e cuore di mamma: li invita ad offrirsi come vittime di riparazione, dicendosi pronta a condurli, sicuri, fino a Dio. Ed ecco, essi vedono uscire dalle sue mani materne una luce che penetra nel loro intimo, così che si sentono immersi in Dio come quando una persona – essi stessi spiegano – si contempla allo specchio.

Più tardi Francesco, uno dei tre privilegiati, osservava: “Noi stavamo ardendo in quella luce che è Dio e non ci bruciavamo. Come è  Dio? Non si può dire. Questo sì, che noi non lo potremo mai dire”. Dio: una luce che arde, però non brucia. Fu la medesima percezione che ebbe Mosè, quando vide Dio nel roveto ardente.

Ciò che più meravigliava il beato Francesco e lo compenetrava era Dio in quella luce immensa che li aveva raggiunti tutti e tre nel loro intimo.

Nella sua vita si operò una trasformazione che si potrebbe dire radicale; una trasformazione sicuramente non comune per bambini della sua età. Egli si impegna in una intensa vita spirituale, con una preghiera così assidua e fervente da raggiungere una vera forma di unione mistica col Signore. Proprio questo lo spinse ad una crescente purificazione dello spirito, mediante tante rinunce a quello che gli piaceva e persino ai giochi innocenti dei bambini.

Grande era, nel piccolo, il desiderio di riparare per le offese dei peccatori, offrendo a tale scopo lo sforzo di essere buoni, i sacrifici, la preghiera. Anche Giacinta, la sorella più piccola di lui di quasi due anni, viveva animata dai medesimi sentimenti.

Nella sua sollecitudine materna, la Santissima Vergine è venuta qui, a Fatima, per chiedere agli uomini di “non offendere più Dio, Nostro Signore, che è già molto offeso”. È il dolore della mamma che l’obbliga a parlare; è in gioco la sorte dei suoi figli. Per questo Ella chiede ai pastorelli: “Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori; tante anime finiscono nell’inferno perché non c’è chi preghi e si sacrifichi per loro”.

La piccola Giacinta ha condiviso e vissuto questa sofferenza della Madonna, offrendosi eroicamente come vittima per i peccatori. Un giorno, quando essa e Francesco avevano ormai contratto la malattia che li costringeva al letto, la Vergine Maria venne a visitarli in casa, come racconta Giacinta: “La Madonna è venuta a vederci e ha detto che molto presto verrà a prendere Francesco per portarlo in Cielo. A me ha chiesto se volevo ancora convertire più peccatori. Le ho detto di sì”. E, quando si avvicina il momento della dipartita di Francesco, la piccola gli raccomanda: “Da parte mia porta tanti saluti a Nostro Signore e alla Madonna e dì loro che sono disposta a sopportare tutto quanto vorranno per convertire i peccatori“. Giacinta era rimasta così colpita dalla visione dell’inferno, avvenuta nell’apparizione di luglio, che tutte le mortificazioni e penitenze le sembravano poca cosa per salvare i peccatori.

Responsorio

  1. Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, * a favore del suo corpo che è la Chiesa.
  2. Portiamo  sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù. * In beneficio del suo corpo che è la Chiesa.

Orazione come alle Lodi

Lodi

Ant. al Benedictus

Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole.

Orazione

Dio d’infinita bontà, che ami la innocenza e esalti  gli umile, concedi che, ad imitazione dei beati Francesco e Giacinta, Ti serviamo con purezza di cuore, per entrare nel regno dei Cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

Vespri

Ant. Al Magn.

Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25).

Orazione come alle Lodi

Biografia ufficiale

MARTO FRANCESCO nacque il giorno 11 Giugno 1908 nella località di  Aijustrel, parrocchia di Fatima, municipio di Vila Nova de Ourém, in Portogallo. Era il penultimo dei sette figli di Manuel Pedro e Olimpia de Jesùs, entrambi analfabeti ma ottimi cristiani. Erano proprietari di un piccolo appezzamento di terreno e di alcune pecore: questo permetteva loro di vivere molto modestamente, ma non nella miseria, solerti nell’educare cristianamente i figli. Fu battezzato il 20 dello stesso mese di giugno. Divenuto un po’ più grandicello, ricevette con gli altri l’istruzione del catechismo dalla zia Maria Rosa, moglie di un fratello della madre: si trattava ovviamente dei semplici primi rudimenti della dottrina cristiana; in casa si aveva l’abitudine di pregare e di recitare a volte il Rosario. All’età di sei anni incominciò a portare al pascolo il piccolo gregge del padre, accompagnato a volte dalla sorella più piccola, Giacinta; nell’accudire alle pecore si incontravano normalmente con il gregge dello zio che era condotto al pascolo da Lucia, di poco più anziana di loro, essendo nata nel 1907. È così che i tre bambini trascorrevano quasi tutto il giorno fuori di casa seguen­do le pecore e trastullandosi con giochi da fanciulli:la preferenza di Francesco era di suonare il piffero e di cantare. Dopo aver fatto uno spuntino, avevano l’abitudine di recitare alcune preghiere. Nella semplicità tipica dei bambini, allo scopo di avere più tempo per giocare, si accontentavano a volte di dire soltanto «Ave Maria» e «Padre Nostro», omettendo il resto di queste orazioni e così arrivare in pochi istanti alla fine delle preghiere. Tra la primavera e l’autunno del 1916, i tre fanciulli – come fu da loro riferito – videro un .personaggio vestito di bianco, che disse loro di essere l’Angelo del Portogallo.

In un primo tempo i pastorelli convennero di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto. Fu la piccola Giacinta che, non potendosi contenere, disse tutto alla madre e poi anche a qualche altra persona. Così anche la madre di Lucia venne a saperlo e interrogò sua figlia. Le rispettive famiglie non diedero credito a ciò che i bambini dissero, ed il vicario foraneo di Ourém raccomandò di non dire nulla a nessuno; ormai però la notizia si era diffusa e, fra coloro che ne erano al corrente, non pochi erano scettici o peggio ancora diffidenti e anche ostili verso i bambini e le loro famiglie. Indubbiamente però i fanciulli iniziarono una vita di più intensa devozione, pregando e facendo sacrifici per la conversione dei peccatori, come l’Angelo aveva loro raccomandato.

Il 13 maggio 1917, mentre i tre pascolavano il gregge nella Cova da Iria, furono sorpresi da una prima apparizione di Nostra Signora, che ordinò loro di ritornare colà il 13 di ogni mese, fino ad ottobre Nell’apparizione del 13 luglio venne confidato ai tre fanciulli un segreto con l’ingiunzione di non rivelarlo a nessuno. In tale occasione essi avrebbero anche avuto una visione dell’inferno e di molte anime che vi precipitavano: ciò li indusse a intensificare le loro preghiere per i peccatori. Il 13 agosto, quando i tre bambini stavano per andare alla Cova da Iria, sopraggiunse l’amministratore del Comune di Vila Nova de Ourém, Arturo de Oliveira Santos, massone e libero pensatore, ostile alla Chiesa. Egli offrì ai fanciulli di salire sull’automobile dicendo di volerli accompagnare alla Cova da Iria, ma, una volta in macchina, li portò in dirczione opposta fino alla sua casa: con interrogatori e pressioni, ingiunse loro di rivelargli il segreto. Al loro fermo rifiuto, li minacciò di farli friggere vivi in una caldaia di olio bollente.

Francesco fu il secondo fra i tre ad essere portato in una stanza in cui era stato loro detto esservi la caldaia nella quale, come gli si asseriva, la sua sorellina Giaciuta aveva già trovato la sua fine: per lei egli aveva frattanto fervorosamente pregato per ottenerle forza e coraggio.  Nonostante queste minacce, ben gravi per dei piccoli bambini, nessuno dei tre cedette alle pressioni e rivelò il segreto.

In seguito essi furono messi nella prigione pubblica: qui i detenuti cercarono di persuaderli a svelare ciò che sapevano. In tutta risposta i pastorelli li esortarono a vivere cristianamente e a recitare con loro il Rosario. Solo il 15 del mese i bambini furono riconsegnati ai loro genitori. Quattro giorni più tardi, la domenica 19 agosto, i tre ebbero la stessa apparizione delle altre volte, ma in questa istanza essi si trovavano non già alla Cova da Iria, bensì nel luogo chiamato Valinhos, vicino alle loro case. Nei mesi di settembre. e ottobre, le apparizioni si rinnovarono, verificandosi in quest’ultimo mese anche il «miracolo del sole», come era stato annunciato dalla Signora. In tutte queste apparizioni, Francesco vedeva la Madonna, ma non udiva ciò che ella diceva. Erano le due bambine a riferirgli in seguito ciò che era stato detto, come la «Signora» aveva autorizzato.

Durante tutto questo periodo, come pure nei mesi che seguirono, i tre fanciulli furono tempestati di do­mande, spesso anche capziose, da parte di persone di ogni tipo che cercavano di estorcere da loro qualche elemento riferentesi al segreto, ovvero dichiarazioni che potessero sembrare contraddittorie fra loro; ciò che più di ogni altra cosa li fece soffrire fu l’incredulità di molta gente che era loro vicina e, fra queste, delle rispettive madri, in specie quella di Lucia, nonché del parroco Manu’el Marques Ferreira.

In questa situazione, prolungatasi per mesi, ciò che colpisce specie in Francesco è l’umile bontà, la fedele perseveranza e lo spirito di sacrificio e di orazione con cui affrontò le prove a cui era assoggettato, come pure il suo anelito di poter presto essere accolto in paradiso, ove egli riteneva di giungere in breve in seguito a ciò che la Madonna gli aveva detto in risposta a una sua domanda. Fra il 27 settembre e il 1 ottobre i tre fanciulli furono interrogati separatamente dal rev.do dr. Manuel Nunes Formigào, canonico della Sede Patriarcale di Lisbona e professore del seminario di Santarém.

Le deposizioni di Francesco coincidevano sostanzialmente con quelle delle altre due veggenti. Lo stesso deve dirsi nei riguardi di ciò che egli riferì allo stesso sacerdote il giorno 13 ottobre quando – poco dopo l’ultima apparizione –  questi lo interrogò nuovamente.

Nel mese di ottobre 1917 Francesco cominciò a frequentare, per la prima volta, la scuola elementare, ma non riuscì a farlo troppo assiduamente anche a motivo dei numerosi visitatori che, venendo ad interrogarlo, interferivano con la sua vita normale. .

La scuola, che si trovava presso la chiesa parrocchiale, distava più di due chilometri da casa: quando vi si recava, Francesco approfittava per fermarsi a lungo in preghiera dinanzi a «Gesù nascosto», come egli lo chiamava:

Nell’autunno 1919, quando si diffuse in Europa e specialmente nella Penisola Iberica, la terribile forma epidemica di broncopolmonite, detta «spagnola», tutti i mèmbri della famiglia Marto ne furono contagiati, eccetto il padre. Francesco, che di per sé era robusto e ben sviluppato per la sua età, ne fu colpito in modo tale che, pur essendosi dopo un certo tempo ripreso, si da potersi recare qualche volta fino in chiesa, tuttavia non si ristabilì mai; anzi andò progressivamente peggiorando i dolori che lo affliggevano erano intensi, ma egli li sopportò con vera pazienza, anzi addirittura con gioia e con spirito di penitenza: li offriva – insieme ad altre afflizioni volontarie –  per la conversione dei peccatori e trascorrendo lunghe ore assorto in preghiera, a «pensare», come lui diceva. Già prima di cadere malato aveva sospirato di poter ricevere la comunione, e molte volte l’aveva richiesta al parroco. Però, secondo le abitudini di allora, la cosa era sempre stata rinviata; questo era per lui causa di molta pena.

Verso la fine di marzo 1919, Francesco fu preso da frequenti crisi di pianto: il suo anelito era di poter ricevere la comunione. Il 2 aprile, sembrando imminente la morte, il parroco venne a confessarlo; il che Francesco fece con molta devozione. Il giorno seguente ricevette con grande gioia la comunione che gli fu portata come viatico. Avrebbe desiderato comunicarsi nuovamente, ma ciò non avenne più: infatti il 4 aprile 1919 egli moriva all’età di dieci anni e nove mesi.

bibl.: Notizie biografiche su Francesco, più o meno ampie e di valore assai eterogeneo, si trovano in quasi tutta la vastissima lettera­tura sulle apparizioni di Fatima. Sono invece di grande importanza i ricchi materiali raccolti nel processo canonico per la causa di canonizzazione, istruito nella diocesi di Leiria negli anni 1952-79. I due volumi della Copia pubblica di detto processo (1983) sono conservati nell’Archivio della Postulazione Generale d.C.d.G., H-3, 1-2, C. Barthas, II était trois petits enfants, Tolosa 1941 (varie edizioni e traduzioni); P.J. Tolin, Florinhas de Fatima, Lisbona 19442 (v. specialmente il cap. VI; «Francisco»); C. Barthas-Garcia, Francisco de Fatima, et nino que via la Virgen, San Sebastiàn 1945; F. Leite, Francisco, o pastorinho de Nassa Senhora, Braga 1946 (la migliore biografìa di Francesco, basata su documenti di prima mano); Memó-rias de Irmi Lucia, Vice Postulazione di Francesco e Giaciuta Marto, Fatima 1976 (varie ristampe e traduzioni in molte lingue; trad. it. Memorie di suor Lucia, loc. cit., 1980; v. le pp. 118-144: «Ritratto di Francesco»).

Paolo Molinari

MARTO GIACINTA, beata. Nacque il giorno 11 marzo 1910 nella località di Aijustrel, parrocchia di Fatima, municipio di Vila Nova de Ourém, in Portogallo. Era la sorella minore di Francesco Marto. Da piccola apprezzava le bellezze della natura; aveva una grande predilezione per i fiori; a sera poi le piaceva ammirare il tramonto e, fattosi buio, contemplare le stelle che ella chiamava «le candele degli Angeli»; la luna era per lei «la candela di Nostra Signora». Affezionata alle pecore del piccolo gregge affidatele, aveva l’abitudine di dar loro il suo spuntino. Un piccolo episodio rivelatore degli atteggiamenti di lei è il seguente. Un giorno, tornando a casa col suo gregge, si mise in mezzo ad esso con una pecorella sulle spalle. Essendole stato chiesto perché lo avesse fatto, rispose: «Per fare come Nostro Signore, che in quella immagine che mi hanno dato sta pure così: in mezzo a molte pecore con una al collo». Quanto alle informazioni sui genitori, la famiglia, la loro condizione e poi anche agli avvenimenti che vennero vissuti dai due fanciulli insieme e allo spirito che li animò e sostenne in quelle vicende, (v. ciò che è stato scritto sotto la voce MARTO FRANCESCO. Qui aggiungiamo i dati che si riferiscono in particolare a Giacinta). Affetta essa pure dall’epidemia broncopolmonare, Giacinta, che fino allora (1918) era stata sempre sana e anche robusta per la sua età, ne fu talmente prostrata che non riuscì mai a riaversi. Tale malattia fu per lei causa di grandi sofferenze, che offri al Signore – insieme con altre penitenze che volontariamente si imponeva – per la conversione dei peccatori e in riparazione alle offese fatte a Dio.

Dato che la salute non migliorava affatto, fu ricoverata nell’ospedale S. Agostino di Vila Nova de Ourém, in cui rimase per più di due mesi, dal giù. all’agosto 1919, senza ritrarne tuttavia alcun beneficio. Nel gennaio 1920 un medico di Lisbona, dr. Enrico Lisboa, venuto a Fatima, dopo aver constatato la condizione precaria della bambina, insi­stette perché fosse internata nell’ospedale pediatrico della capitale. Fu molto penoso per Giacinta essere separata dalla famiglia, tanto più che ella era persuasa che sarebbe morta fra breve, come le era stato preannunciato dalla Madonna.

A Lisbona fu ricoverata prima nell’orfanotrofio di Nostra Signora dei Miracoli, in rua da Estrela, ove pare che le sia stata data la comunione alcune volte – cosa che, secondo le usanze del tempo, le era stata rifiutata in passato. Durante tale degenza Giacinta affermò che la Vergine Maria le era apparsa dicendole che non sarebbe guarita e che fra breve sarebbe morta. Fu trasferita all’ospedale di D. Estefànea il 2 febbraio 1920, con la diagnosi di pleurite purulenta: subì un intervengo chirurgico; in seguito però il suo stato persistette molto grave, ed ella chiese ripetutamente di ricevere i sacramenti. Il parroco della chiesa degli Angeli venne a confessarla il 20 febbraio e Giacinta lo supplicò di portarle la comunione; il sacerdote le disse che lo stato di salute non era così grave e che lo avrebbe fatto il giorno seguente; al che ella rispose che sarebbe stato troppo tardi. Di fatto la sera dello stesso 20 febbraio 1920 Giacinta moriva serenamente.

bibl.: Notizie biografiche su Giacinta, più o meno ampie e di valore assai eterogeneo, si trovano in quasi tutta la vastissima lettera­tura sulle apparizioni di Fatima. Sono invece di grande importanza i ricchi materiali raccolti nel processo canonico per la causa di beatificazione. canonizzazione istruito nella diocesi di Leiria negli anni 1952-79. I due volumi della Copia pubblica di detto processo (1981) sono conservati nell’Archivio della Postulazione Generale d.C.d.G., H-3, 3-4. L. Fischer, Hyazintha, die kleine Blume von Fatima, Bamberg 1934 (opera solida e critica di un noto professore universitario tedesco che raccolse la documentazione da fonti di prima mano e interrogò in Portogallo numerose persone); J. Galamba de Oliveira, Jacinta, Florinhas de Fatima, Fatima 1938 (varie edizioni e a suo tempo la biografia più divulgata); C. Barthas, II était trois peiits enfants, Tolosa 1941 (varie edizioni e traduzioni); F. Leite, Jacinta de Fatima, Braga 1958, ivi 19664 (la migliore biografia, basata su documenti di prima mano); Memòria! da Irma Lucia, Vice Postulazione di Francesco e Giacinta Marto, Fatima 1976 (varie ristampe e traduzioni in molte lingue; trad. it. Memorie di suor Lucia, toc. cit., 1980; v. le pp. 21-47:

«Ritratto di Giacinto», e le pp. 180-186: «Giacinta con fama di santità»).

Paolo Molinari

(Fonte: Biblioteca Sanctorum)